mercoledì 12 settembre 2012

Europeismo Socialista per una nuova frontiera Europea

L'Unione Europea sta attraversando una crisi profonda che ne mina i suoi fondamenti ed è palese che la sua struttura attuale è da rivedere nelle sue funzioni e competenze ma non solo. La crisi del debito sovrano ha minacciato l'esistenza stessa della moneta unica, primo e grande unico passo finora compiuto verso l'unione economica, monetaria e politica. Una volta a contribuire a tenere l'Europa unita c'era il grande attivismo dell'Internazionale Socialista che tra gli anni 70 e 80 aveva tra le sue fila Willy Brandt, Olof Palme, Bettino Craxi, Francois Mitterand, Felipe Gonzales, Mario Soares e molti altri, personaggi politici di grande carisma e spessore politico che hanno contribuito a sviluppare il dibattito sull'Europa, caposaldo della socialdemocrazia europea. E' necessario un PSE attivo e seriamente coordinato, Hollande in Francia, Milliband in Gran Bretagna, Rubalcabra in Spagna, possono e devono essere i nuovi protagonisti di un rinnovato europeismo socialista, per un Europa più unita e coesa di fronte alle sfide che si fanno molteplici dai paesi emergenti del Sud America e dell'Asia. Ma l'Europa con i confini attuali e i suoi equilibri interni può non bastare, poichè l'equilibrio geopolitico pende a favore della Germania per via della sua centralità geografica e della forza economica che le è valsa il soprannome di "locomotiva". Bisogna estendere l'orizzonte europeo al Mediterraneo, tutta l'Europa ne gioverebbe se il Mar Mediterraneo diventasse una grande area di libero scambio, da cui trarrebbero benifico i paesi in difficoltà come Grecia, Spagna e Italia e i paesi mediterranei stessi che traendo vantaggio dal libero scambio migliorerebbero la propria economia e arriverebbero prima ad una stabilità e ad un crescita economica degne di un paese democratico. In sostanza si creerebbe una vasta area, una nuova frontiera europea con capacità di crescità e competività sui mercati in grado di reggere la concorrenza degli Stati Uniti, della Cina e delle altre economie emergenti. L'Italia in questa nuova posizione geograficamente favorevole ha il dovere di fare da ponte tra l'Europa storica e i paesi mediterranei, affiancandosi alla Germania come motore economico dell'Unione, favorendo l'integrazione europea degna della migliore tradizione socialista, e il PSI deve farsi portatore di questo nuovo europeismo socialista per avere un Europa forte, unita dove sia garantita l'eguaglianza e la giustizia sociale.

Daniele Pedrazzi - Federazione Giovani Socialisti della Provincia di Varese

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