lunedì 4 luglio 2011

Le PMI di Varese e il fallimento della politica leghista


A metà anni Ottanta a dialogare con la PMI impresa in provincia di Varese erano i socialisti. Il progetto Varese 2000 aveva fra i suoi estensori il prof. Francesco Forte, erano anni di crescita di quel mondo produttivo molecolare che rivendicava ruolo rispetto alla grande azienda, al tempo, in piena crisi.
I vent'anni intercorsi dal crollo della prima Repubblica che hanno visto piccoli imprenditori e artigiani varesini riconoscere nella Lega Nord il partito di riferimento sembrano al termine. Il recente convegno di CONFAPI Varese, tenutosi a Villa Ponti, il 24 giugno 2011 è stato piuttosto schizofrenico. Il convegno si è caratterizzato per un format che avrebbe dovuto tributare il trionfo della classe dirigente leghista, non a caso il titolo dell'iniziativa recitava: "Le piccole e medie imprese tra federalismo e legalità", temi su cui il ministro Maroni ha costruito le sue fortune. In realtà nonostante i toni garbati evidenti erano le critiche presenti nella relazione introduttiva del presidente Franco Colombo.  
"Un governo ha dichiarato nel suo intervento Colombo - che permette il mantenimento del reato penale per Iva non versata superiore ai 50.000 euro vuol dire che non ha capito il messaggio del mondo produttivo che chiede di pagare l'Iva per cassa e non per competenza..". Ulteriori critiche riguardano i costi della burocrazia, l'incertezza della giustizia civile, le mancate liberalizzazioni ha continuato Colombo.
"L'interesse pubblico - ha proseguito Colombo - non è evitare che partano aerei dall'Italia verso Shangai da Malpensa … ma impedire che bastimenti pieni di prodotti non a norma provenienti dall'estero invadano i nostri mercati e distruggano le nostre aziende". 
I presenti hanno ovviamente tributato applausi ai politici della Lega, ma si può dire che, ormai, alle favole raccontate per vent'anni incominci a non credere più neppure lo zoccolo duro della base sociale del movimento leghista. Ciò non vuol dire che i piccoli imprenditori siano, oggi, disponibili a riprender dialoghi interrotti.
Essi ad esempio poco affrontano le differenze che esistono fra aziende che esportano e quelle rivolte esclusivamente al mercato interno. È noto, infatti, che le PMI che non guardano oltre confine sono penalizzate a causa dei minori consumi interni. Autorevoli studiosi come Giulio Sapelli sostengono inoltre che esistono “troppe imprese inutili che sarebbe più saggio e utile al sistema Paese, far fallire per lasciare spazio ad aziende più innovative e capaci di stare sul mercato".
L'affermazione è provocatoria, ma senza voler sposare tesi tanto ardite si può senz'altro affermare che il nanismo industriale che in provincia di Varese è stato un modo per narcotizzare il conflitto e indebolire la capacità di contrattazione dei lavoratori dipendenti, non serve allo sviluppo e alla crescita da più parti invocata. Di PMI, continua ad occuparsi pure Francesco Forte che individua nella scarsa attenzione delle banche e nel regime fiscale “dispersivo, non mirato alla produttività",  in una tassazione eccessivamente elevata, in fattori di costo come l'Irap”, una rigidità del mercato del lavoro eccessivi, i fattori del ritardo della ripresa.
Al di là dei climi celebrativi, che pure ci sono ancora stati nel convegno Confapi di Varese, la Lega come sindacato del territorio, dopo vent'anni, presenta un bilancio fallimentare. Forse, i piccoli e medi imprenditori non sono ancora pronti per riprendere un dialogo interrotto vent'anni fa, ma la cultura del socialismo in Lombardia e a Varese deve essere pronta per un appuntamento che forse non è lontano.

Giuseppe Nigro
Segretario Federazione PSI Varese