venerdì 21 settembre 2012

Testamento Biologico: Saronno Città dei Diritti

È stata approvata la delibera di Consiglio Comunale che prevede l'istituzione anche a Saronno del Registro per raccogliere le dichiarazioni anticipate inerenti quello che ormai chiamiamo comunemente Testamento Biologico (DAT).
La Giunta ha votato all'unanimità l'atto istitutivo: bella prova di maturità e coesione. Il Registro dei Testamenti Biologici entrerà in funzione presso il nostro Municipio il giorno 1 Ottobre 2012, allineando Saronno a quelle città che già avevano deciso in tal senso.  

I socialisti (e, ricordiamolo, insieme ai radicali, l'UAAR, l'associazione Luca Coscioni) saronnesi sono soddisfatti di questo risultato due volte, poiché dimostra che le battaglie giuste vanno combattute anche quando si è in pochi, se coincidono con il sentire e le esigenze della maggior parte dei cittadini. La presenza numerosissima alle iniziative organizzate in città con Mina Welby e Beppino Englaro -  probabilmente le più grandi mobilitazioni per i diritti civili dai tempi della campagna per il referendum sull'interruzione di gravidanza e sul divorzio - facevano già presagire che avevamo intercettato una giusta esigenza.
Infine, quanto accaduto recentemente, l'insegnamento di libertà che il Cardinal Martini ha voluto donare a tutti, credenti e non credenti, ha fatto il resto.

L’idea di istituire il Registro era già presente nel programma che i socialisti presentarono nel 2009 ai saronnesi, e ora possiamo finalmente dire che quell’obiettivo è stato raggiunto. Dal prossimo Ottobre, i cittadini di Saronno avranno uno strumento in più e potranno sentirsi liberi di esprimere la propria volontà in materia di fine vita. La battaglia per i diritti di ultima generazione non si arresta qui e il risultato conseguito fa ben sperare. 

Partito Socialista Italiano - Sezione di Saronno

mercoledì 12 settembre 2012

Europeismo Socialista per una nuova frontiera Europea

L'Unione Europea sta attraversando una crisi profonda che ne mina i suoi fondamenti ed è palese che la sua struttura attuale è da rivedere nelle sue funzioni e competenze ma non solo. La crisi del debito sovrano ha minacciato l'esistenza stessa della moneta unica, primo e grande unico passo finora compiuto verso l'unione economica, monetaria e politica. Una volta a contribuire a tenere l'Europa unita c'era il grande attivismo dell'Internazionale Socialista che tra gli anni 70 e 80 aveva tra le sue fila Willy Brandt, Olof Palme, Bettino Craxi, Francois Mitterand, Felipe Gonzales, Mario Soares e molti altri, personaggi politici di grande carisma e spessore politico che hanno contribuito a sviluppare il dibattito sull'Europa, caposaldo della socialdemocrazia europea. E' necessario un PSE attivo e seriamente coordinato, Hollande in Francia, Milliband in Gran Bretagna, Rubalcabra in Spagna, possono e devono essere i nuovi protagonisti di un rinnovato europeismo socialista, per un Europa più unita e coesa di fronte alle sfide che si fanno molteplici dai paesi emergenti del Sud America e dell'Asia. Ma l'Europa con i confini attuali e i suoi equilibri interni può non bastare, poichè l'equilibrio geopolitico pende a favore della Germania per via della sua centralità geografica e della forza economica che le è valsa il soprannome di "locomotiva". Bisogna estendere l'orizzonte europeo al Mediterraneo, tutta l'Europa ne gioverebbe se il Mar Mediterraneo diventasse una grande area di libero scambio, da cui trarrebbero benifico i paesi in difficoltà come Grecia, Spagna e Italia e i paesi mediterranei stessi che traendo vantaggio dal libero scambio migliorerebbero la propria economia e arriverebbero prima ad una stabilità e ad un crescita economica degne di un paese democratico. In sostanza si creerebbe una vasta area, una nuova frontiera europea con capacità di crescità e competività sui mercati in grado di reggere la concorrenza degli Stati Uniti, della Cina e delle altre economie emergenti. L'Italia in questa nuova posizione geograficamente favorevole ha il dovere di fare da ponte tra l'Europa storica e i paesi mediterranei, affiancandosi alla Germania come motore economico dell'Unione, favorendo l'integrazione europea degna della migliore tradizione socialista, e il PSI deve farsi portatore di questo nuovo europeismo socialista per avere un Europa forte, unita dove sia garantita l'eguaglianza e la giustizia sociale.

Daniele Pedrazzi - Federazione Giovani Socialisti della Provincia di Varese