lunedì 2 maggio 2011

La sinistra imbecille

da "Qualcosa di riformista", magazine on-line che vi consigliamo fortemente.
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Tutta la strategia politica del centrosinistra italiano si basa, da diciassette anni, su un fondamento antropologico da cui deriva un irremovibile postulato morale: noi (la sinistra) siamo i buoni; loro (la destra) sono i cattivi. 
Da una parte (a destra) chi ruba, dall'altra (a sinistra) chi non ruba - chi non paga le tasse e chi le paga, chi vede la televisione e chi va a teatro. 
Una diversità antropologica che produce, come logica conseguenza, la superiorità morale dei buoni (la sinistra) sui cattivi (la destra).
Una scemenza. In senso etimologico. Tutta la strategia politica del centrosinistra italiano si basa, da diciassette anni, su una scemenza. E questo, forse, qualcosa spiega. Perché ci sono ladri che votano a destra e ladri che votano a sinistra; evasori di destra ed evasori di sinistra; stupratori di destra e stupratori di sinistra. Gente di destra che gode di in un affitto a canone agevolato da parte di una struttura pubblica (quindi, di tutti) e gente di sinistra che gode di un affitto a canone agevolato da parte di una struttura pubblica (quindi, di tutti). Pur potendosi permettere tranquillamente di vivere altrove. È accaduto ieri, accade oggi, accadrà purtroppo domani. Soprattutto se continueremo a permettere che i beni pubblici (quelli di tutti) continuino ad essere gestiti come beni privati.
Non c'è morale in questa storia. Anzi, c'è. Ma riguarda le coscienze individuali dei singoli. C'è qui, ben riparata, la tana di un demente e odioso pregiudizio che, nato con la diversità morale di Berlinguer, è la tara dell'inadeguatezza politica di diciassette anni di centrosinistra italiano. La balbuzie di una narrazione politica - quella dell'Italia diversa, dell'Italia migliore - che non sa dare a se stessa e al popolo italiano una reale rappresentazione di questa nostra nazione. E si diletta a rappresentarsela in maniera posticcia pur di cercare conferme alle proprie superstizioni. Mancando di dare il proprio contributo a migliorare l'Italia che c'è: l'Italia di tutti. E per questo perde. Non solo le elezioni. E perderà sempre. Almeno finché non la smetterà di essere così dannatamente imbecille.

Antonio Funiciello

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